Mi capita spesso, giocando on-line a burraco, di sentirmi dire:
"Sei di Bologna? Che bei ricordi che ho di questa bellissima città"
Uomini che hanno fatto qui il servizio militare o che hanno passato gli anni della gioventù, oramai un po' lontana, studiando in quella che viene definita la dotta.
Purtroppo mi tocca dire loro che Bologna non è più quella che ricordano.
Il quotidiano locale "Il Resto del Carlino" da un po' di tempo sta pubblicando, come in un censimento, lo stato di degrado in cui versa la città, passandola al setaccio via per via.
Sono tutte piccole vie del Centro Storico.
Sono piccole, perchè, per chi non lo sapesse, Bologna ha il suo centro strutturato dagli antichi romani.
Ci sono cioè alcune arterie principali (via Ugo Bassi, via Rizzoli, via Indipendenza, via Marconi, etc.) nelle quali confluiscono da un lato e dall'altro tante vie.
Una di queste è via Petroni, che si trova in piena zona universitaria, a 10 minuti a piedi dalle due torri.
Vi ho scansionato l'articolo che parla di essa, apparso sul Carlino di ieri, 4 novembre 2010.
Comunque, come ho già detto, articoli similari sono apparsi per tante altre vie, tra le quali una a me particolarmente cara: via San Gervasio.
E' in questa via, a pochi metri dalla centralissima via Ugo Bassi, che ho passato quasi tutta la mia vita lavorativa...

Questo per quanto riguarda il Centro...e in periferia cosa succede?
Io abito nella primissima periferia, in un quartiere che era il primo (ovviamente dopo il Centro) per sviluppo commerciale.
Quartiere pieno di negozi di ogni tipo.
Sotto casa mia avevo nel giro di 100 metri:
3 panifici
3 ortolani
2 latterie
2 macellerie
1 pescivendolo
2 tabaccherie
2 profumerie
3/4 negozi di abbigliamento
1 merceria
3 pizzerie
2 farmacie
2 salumerie
2 barbieri
2 parrucchiere
2 pasticcerie
3 bar
oltre a ferramenta, fotografo, fioraio, calzolaio, giornalaio... e non ricordo manco più quanto altro ancora...
...e ora?
Ora i negozi ci sono ancora...ma sono quasi tutti in mano ai cinesi, tanto che il mio quartiere è diventato una delle tante China Town bolognesi.
Già...perchè a Bologna di China Town non ve n'è solo una...

L'ultima a scomparire è stata la Meridiana circa un mese fa.
Era un piccolo mini-market dove trovavi di tutto (frutta, verdura, surgelati, formaggi, latte, pane, pasta, salumi, vini, liquori, bibite, detersivi)
Il suo posto manco a dirlo è stato preso da dei cinesi.
Io dico questo...
finchè tu cinese prendi il posto di un macellaio o di una lattaia e continui a vendermi carne e latticini ITALIANI (o per meglio dire prodotti ai quali sono abituata) IL FUT A MOI se a servirmi sia ora il Chan-lì di turno e non più la Norma...
Nooooooooooo
loro vendono ESCLUSIVAMENTE abbigliamento per donne cinesi e cianfrusaglie varie.

Ora io mi chiedo... se sappiamo benissimo perchè i vari negozi dalle mani di una Norma passano alle mani di un Chan-lì (basta andare dal proprietario delle mura e offrire il doppio di affitto...)
... è meno comprensibile capire come facciano queste persone ad ottenere licenze per vendere TUTTI la stessa paccottiglia e TUTTI attaccati gli uni agli altri.
Ma le licenze chi le rilascia?
Io no di certo!!!!
Negozi, badate bene, che sono SEMPRE desolatamente VUOTI!!!!
A chi dobbiamo la liberalizzazione delle licenze che ti permette di aprire un bar di fianco ad un altro bar, o un barbiere di fianco ad un altro barbiere?
Sono effetti questi di cui non ci si rende conto.
Che la legge sulla liberalizzazione delle licenze avesse un altro scopo sono d'accordo anche io, ma che abbia ottenuto l'effetto su descritto è una triste realtà!

 

 

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