ARIANNA & TESEO

C'era una volta un re spietato di nome Minosse.

Ai tempi della nostra storia l'isola di Creta, regno del re, era al culmine della sua potenza; tutte le città greche che le erano sottomesse dovevano pagare pesanti tributi.

Minosse per dare dimostrazione della sua spietata natura arrivò persino ad esigere che ogni nove anni sette tra i più nobili fanciulli e sette tra le più belle fanciulle di Atene venissero condotti a Creta per essere sacrificati al Minotauro, la mostruosa creatura celata nei labirinti del suo palazzo.

Quando, per la terza volta, la nave della morte stava per partire alla volta di Creta, Teseo, figlio del re di Atene, decise di prendere il posto di uno dei giovani predestinati.
Il principe si era liberato da solo di tutti i banditi che si aggiravano attorno alla sua città, il suo spirito indomito lo spingeva sempre verso nuove l'avventure.
Grande amico e discepolo di Ercole, Teseo si sentiva in grado di ricalcarne le gesta, del resto, fin dalla nascita gli era stato predetto un eroico destino.

Re Egeo, temendo per la sorte del figlio tentò di scoraggiarlo:
"Dammi retta lascia perdere, il Minotauro ha la pelle dura e, come se non bastasse, vive in un famosissimo labirinto da cui nessuno è mai riuscito ad uscire".

Ma Teseo fu irremovibile, qualcuno doveva pir liberare Atena dal giogo cretese !
Alla partenza, per tirare su di morale il vecchio genitore, il principe lo rassicurò sostenendo che, al ritorno, la nave che ora lo portava verso la morte, anziché vele nere in segno di lutto, avrebbe mostrato velatura bianca in segno di vittoria.

Minosse rimase un po' perplesso quando seppe che tra i suoi "ospiti" c'era un principe, che chiedeva, a gran voce, di essere introdotto per primo nel labirinto.
Non che fosse preoccupato; nessuno poteva sperare di vincere contro il Minotauro.
E' a questo punto che entra in scena l'amore, o meglio la dea dell'amore.

Col suo atteggiamento spavaldo e l'aspetto non certo da buttare via, Teseo aveva conquistato molte sostenitrici tra le dee dell'Olimpo, in particolare Afrodite faceva per lui un tifo sfrenato.
Vista la situazione la dea, temendo per la sorte del suo eroe preferito, decise di dargli una mano.

Quale modo migliore per aiutarlo che far nascere nella figlia di Minosse, Arianna, una cocente passione per il giovane principe.
Probabilmente Afrodite non dovette neanche faticare troppo, visto che già tutte le fanciulle cretesi spasimavano per il coraggioso ateniese.
Fu così che, all’ingresso nel labirinto, Teseo si trovò di fronte niente meno che la principessa di Creta, pronta ad offrirgli una spada lucente e il famoso gomitolo passato poi alla storia. Arianna chiese in cambio solo di poter fuggire da Creta assieme a Teseo.
Il ragazzo invece, tutto emozionato, si lasciò trasportare un po' troppo dall'entusiasmo e finì col giurarle eterno amore.

Solo dopo aver fatto secco il Minotauro e aver beffato Minosse, l'ormai conclamato eroe, cominciò a realizzare in quale situazione si fosse cacciato.
Durante il viaggio verso Atene, la principessa era al settimo cielo, non faceva che parlare di come sarebbe stato bello il loro matrimonio e il loro futuro insieme.
Teseo invece era preoccupatissimo, non si ricordava assolutamente di aver parlato di matrimonio, anzi di sposarsi non aveva proprio nessuna intenzione; prima di tutto non si sentiva portato per la vita coniugale e poi Afrodite gli aveva confidato che Arianna era stata già promessa a Dionisio, dio della natura selvaggia, della vite e dell'ebbrezza.

Teseo si convinse che un vero eroe deve mostrare rispetto per le leggi divine, e così tutto contento per aver trovato una scappatoia che gli permetteva di dimostrare la sua buona fede, iniziò a meditare su come mollare la povera Arianna.
Pensa che ti ripensa, alla fine ebbe un'idea.
Con la scusa che erano finite le provviste, approdò sull'isola di Nasso.
Poi, in piena notte, silenzioso come un gatto svizzero, sgattaiolò via dalla tenda, svegliò i suoi marinai e tagliò la corda col la velocità della luce.
Forse nacque così il famoso detto piantare iN-asso.

Immaginatevi la faccia della povera Arianna quando, al risveglio, non trovò né la nave, né l'amato Teseo.
Straziata dal dolore e dalla rabbia, la fanciulla inizio a piangere senza più fermarsi.
Per giorni e giorni le grida di Arianna risuonarono ovunque, tra le montagne dell'isola, tra le fronde dei boschi, nei canneti, nelle paludi, tra le onde e giù negli abissi profondi del mare.
La principessina doveva avere veramente una voce da soprano, le sue grida giungevano infatti fino alla dimora di Poseidone.
Il dio dei mari, per colpa di quel piagnisteo, non riusciva più a chiudere occhio; fosse stato per lui, avrebbe spazzato via quella rompiscatole con un’ondata, ma gli avevano riferito che era la sposa promessa di Dionisio e non era proprio il caso di inimicarsi un dio esaltato come quello.
Bisognava risolvere la faccenda con un certo tatto.
Il dio dei mari decise quindi di fare un salto in superficie per donare ad Arianna una bellissima corona tempestata di gemme preziose.
La cosa funzionò a meraviglia: Arianna, tutta contenta per il dono, smise di pensare a Teseo, che oltre tutto aveva dimostrato di non meritarla per niente.

Secondo un'altra versione del mito, anziché donare in prima persona la corona ad Arianna, si sarebbe recato da Dionisio per pregarlo di consolare la sua futura sposa.
Secondo questa versione la costellazione del Bifolco rappresenterebbe proprio Dionisio, nell'atto di donare la corona alla principessa.

Comunque sia, Dionisio riuscì infine a celebrare le sue nozze con Arianna, festeggiato da un corteo di satiri e donne invasate (Menadi).
Teseo divenne invece uno dei più grandi eroi e dongiovanni della mitologia greca.

Unico neo nella storia, fu la tragica fine del padre di Teseo.
Il principe con la mente rivolta al destino di Arianna, si era infatti dimenticato di cambiare la velatura della nave.

Re Egeo, vedendo dal promontorio di Atene le nere vele al vento, convinto di aver perso l'amato figliolo, si lanciò tra le onde del mare che da quel giorno avrebbe portato il suo nome.

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