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E' bello poter dire a qualcuno ti amerò
sempre ....e sapere che è vero!

LE COPPIE CELEBRI:

RodolfoD'Asburgo & Mary Vetsera

 

E' bello poter dire a qualcuno ti amerò sempre ... e sapere che è vero!
Rodolfo legge queste parole vergate da Mary, prende la mano dell' amante, punta la pistola alla tempia e si uccide.
Si conclude così drammaticamente la romantica storia d'amore dell'arciduca Rodolfo d'Asburgo e della baronessa Mary Vetsera nel finale del film di Terence Young interpretato da Omar Sharif e da Catherine Deneuve, così fu anche nella realtà.
Lui, solo pochi giorni prima della tragedia, le aveva regalato un anello che recava incisa questa frase:
In Liebe vereint bis in den Tod-Uniti nell'amore fino alla morte
.
Lei, nella sua ultima lettera alla madre, aveva scritto:
Poiché non ho potuto resistere all'amore vado con lui
.
Rodolfo, colto, sensibile, fragile, solitario, era mal sposato con l'arciduchessa Stefania del Belgio, e si era innamorato follemente, ricambiato, della dolce Mary; invano aveva tentato di annullare il suo matrimonio: il Papa aveva sempre negato il consenso.
Ma questo rifiuto non era bastato a dissuadere l'arciduca, che aveva continuato a frequentarla invitandola persino a corte, dove Mary si era rifiutata di omaggiarne pubblicamente la legittima consorte.
L' episodio aveva causato l'ennesima discussione fra Rodolfo e suo padre, l'imperatore Francesco Giuseppe, e il giorno dopo c'era stato il macabro ritrovamento.
Era il 30 gennaio del 1889 quando, nella piccola tenuta di caccia di Mayerling, immersa nella neve, fra boschi di pini e di betulle, lontana dalla corte,
Rodolfo, figlio di Sissi e di Francesco Giuseppe, erede al trono asburgico, amico degli ungheresi, nemico del dispotismo zarista e della Prussia, estimatore della Francia e dell'Inghilterra, personaggio scomodo, e Mary Vetsera, bionda, tenera, dolce, chiacchierata ed odiata da Stefania del Belgio, moglie ripudiata, si consumò il dramma.
All'alba furono uditi due spari, poi ci fu l'atroce scoperta ad opera del cameriere personale dell'arciduca.
Disperazione dei due amanti che li condusse ad un doppio suicidio, un omicidio ed un suicidio, lui che aveva ucciso lei e poi si era dato la morte, oppure congiura politica,
Mary assassinata perché a conoscenza di segreti scottanti e Rodolfo perché avrebbe rotto l'alleanza dell'Austria-Ungheria con la Germania?
Tutto avvolto nel mistero, occultato, romanzato; dramma passionale o congiura politica, molte ombre avvolsero la tragedia, anche se fu subito accreditata la tesi dell'omicidio-suicidio, avvalorata dal fatto che Mary era morta un'ora prima di Rodolfo e che, dall'autopsia effettuata sul corpo dell'arciduca, risultava che effettivamente lui era morto per un colpo alla tempia.
Subito dopo il ritrovamento dei cadaveri il corpo di Rodolfo fu trasportato all'Hofburg, quello di Mary, che aveva solo diciotto anni, ad Heiligenkreuz, a cinquanta chilometri da Vienna, seduta in in una carrozza con un pezzo di legno dietro la schiena per tenerla in posizione eretta sì da sembrare viva, e seppellita a mezzanotte nel cimitero locale.
Nel 1992 questa tragica storia d'amore, ancora avvolta dal mistero, balzò nuovamente alle cronache quando il quotidiano popolare "Kronenzeitung" pubblicò la notizia del trafugamento della bara di Mary e dell'acquisto delle sue ossa polverose, riposte in tre scatole di metallo, da parte del signor Helmut Flatzelsteiner, un facoltoso commerciante di mobili, e riprese a suscitare interrogativi.
Qualunque siano le congetture e comunque siano andati realmente i fatti, che si tratti di complotto politico o di epilogo drammatico di una storia d'amore impossibilitata a trovare sbocchi nella realtà, che la letteratura del tempo abbia romanzato o infangato la figura di Mary, rimane pur sempre un innegabile dato di fatto: due corpi ritrovati all'alba, riversi su un letto, senza vita, di un uomo e di una donna che si amarono e morirono insieme, davvero uniti nell'amore fino alla morte.
Oggi, sull'antico casino di caccia dove si consumò la tragedia, sorge un convento carmelitano, voluto dall'imperatore Francesco Giuseppe per ricordare il dramma di Mayerling.

 

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