Roma nun fa' la stupida la sera der terremoto

Oggi Roma sprofonderà. Non chiedetemi a che ora, non pretendete questa precisione da una previsione sismica di 32 anni fa. A Roma poi la puntualità...

I romani l'hanno presa in modo irresponsabile. C'è chi è contento perché così domani nun se lavora, c'è chi si consola che è mercoledì e dunque becca in pieno i parlamentari, c'è chi si frega le mani perché così nun paga er mutuo. Cazzeggiano, come sempre. Invece i leghisti a Roma sono terrorizzati. Pèrdono il Nemico, Roma ladrona. Ma si sono pure affezionati alla città, godono di nascosto dei suoi sapori e dei suoi piaceri. Vi ho visti da Alfio il calabrese, onorevoli padani, come v'intrippava la cofana d'amatriciana e come vi deliziava parlare romanesco, con esiti rovinosi.

Cosa salvare Roma dal terremoto? Non dico le persone, da salvare tutte (chi più, chi meno). Dico, per esempio, le fontanelle di Trastevere e del Ghetto, perché di notte parlano, se avete orecchio. O le fontane per bere che pisciano come bambini, così basse da far pensare che il romano medio sia alto come ET, che starà per «È Trasteverino». Vorrei salvare i sampietrini perché sono l'ultima prova della superiorità del maschio sulla donna, che con i tacchi incespica, barcolla, procede scalza o a quattro zampe. Vorrei salvare il Pantheon quando se ne vanno tutti; è un incanto divino, è la casa degli dei planata in pieno centro. E il colonnato di San Pietro, perché è un grande abbraccio o una gran tenaglia, secondo i gusti. Vorrei salvare l'odore di sesso e santità dei vicoli del centro e la divina strafottenza delle madonne ai crocevia, in pieno vizio. Vorrei salvare il caffè in piazza Farnese la mattina, all'ora giusta in cui batte il sole sui tavolini, piccioni permettendo. E la sera la pizza da Baffetto, in quei piatti di metallo, dove la fila aumenta il desiderio. E la terrazza di Mauro Cocito. E il ponentino che solleva le gonne e la calura e spazza il cielo di un azzurro glorioso. Vorrei salvare Roma dove l'eternità è domestica, l'Impero è de' casa, Dio è a du' passi, il paradiso è de' noantri, il Bene e il Male sono 'a Lazio e 'a Roma o viceversa. Boni, oggi non succede gnente.

Ma io oggi sono a Cremona.

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