Della Dolce Vita ci è rimasto solo il diabete

Da morto Federico Fellini ha ricevuto un nuovo Oscar. È Oscar Iarussi, critico cinematografico per fatalità onomastica, che sostiene in un nuovo libro dedicato all'Italia della Dolce Vita la matrice felliniana del nostro Paese.

L'Italia presente, secondo Iarussi in C'era una volta il futuro ( Il Mulino), è la continuazione dell'Italia grottesca dei film di Fellini.

«La realtà d'oggi è felliniana ». Sarà, ma l'Italia della Dolce Vita era goduriosa e adolescente, la nostra Italia è senile e fatiscente, con turbe fintogiovanili. Era una società che sognava la crescita, oggi sogna al massimo una decrescita serena. In quel tempo il sogno dei padri era permettere ai figli quel che a loro non era stato permesso, oggi i padri sognano che gli sparuti e sperduti figli mantengano un po' del tenore di vita dei loro genitori.

Al tempo della Dolce Vita si scopriva la trasgressione ed esplodeva la gioia di vivere.Oggi della trasgressione viviamo le patologie e l'ossessione della felicità ha prodotto la sovranità della depressione. Quello era il tempo della Dolce Vita, questo è il tempo della Malavita.

Oggi viviamo piuttosto l'aborto della Dolce Vita e del dolce ci è rimasto il diabete.

E poi da quando non c'è più Berlusca al governo,abbiamo perso anche l'ultima traccia felliniana. Con i tecno-professori siamo passati ai film di Antonioni o peggio alla Corazzata Potemkin, vissuta come espiazione per un popolo che si sognava felliniano e si è svegliato fantozziano.

Del mitico bagno nella Fontana di Trevi ci restano la multa e i reumatismi.

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