Se il nuovo leader cattolico sarà Fidel Casto

Dopo l'appello dei movimenti cattolici a una svolta, vi invito a un viaggio-lampo nel futuro. Staccatevi dal presente e immaginate che Berlusconi non ci sia più. Si è ritirato dalla politica, è fuggito, lo hanno fatto a pezzi, si è stancato lui, ha tirato le cuoia, fu ingaggiato come premier altrove, insomma quel che volete voi. Il leader che gli succede è il contrario di Berlusconi, in tutto e per tutto, un'altra provenienza, niente sesso e affari, crede ai «valori», è un patriota e un cattolico doc, insomma un'altra storia. È casto e devoto, perciò chiamiamolo Fidel Casto. Però ha un solo tratto comune con Berlusconi: è vincente e batte la sinistra alle elezioni. Beh, ci scommetterei tutto: sarebbe massacrato dalle gigantesche macchine del fango con la stessa ferocia sistematica. Se trovano un appiglio giudiziario si scateneranno i giudici, altrimenti diranno che tresca con i servizi, trama per una svolta autoritaria, è un oscurantista, un clerico-fascista, non riconosce coppie gay, aborti, eutanasia e preservativi, ci riporta indietro, fuori dall'Europa, dalla Democrazia e dalla Modernità.

E il coro salirebbe fino ad autoconvincersi e infine indignarsi dicendo: ma è possibile che la destra in Italia non riesca mai a trovarne uno degno? Morale della favola: in Italia si accettano cattolici a patto che siano alleati e subalterni alla sinistra e al potere laicista. Altrimenti è guerra santa. E si riconoscono leader di centro- destra a patto che siano perdenti, defunti o arresi al nemico. Insomma, non è solo questione di Berlusca.

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