L'APPUNTAMENTO

Il geometra Fanelli, per la prima volta in vita sua, si era innamorato.
Un amore totale...avvolgente...di quelli che ti prendono allo stomaco e che non ti fanno mangiare...
Era persino dimagrito di un paio di chili...
Oh...non è che gli avesse fatto male visto che il suo cruccio maggiore era riuscire a vedersi la punta delle scarpe quando stava in piedi, ma per un amante del cibo come lui il rinunciare al secondo piatto di pastasciutta un significato doveva pur averlo...
e ce lo aveva...eccome...
La freccia di Cupido lo aveva colpito lì...proprio tra la bicuspide e la tricuspide...e ogni volta che pensava a lei una scarica di adrenalina gli pervadeva il corpo e gli sconquassava l'anima. 
E quello sarebbe stato il grande giorno...avrebbe incontrato la sua donna del destino...
anzi...
la sua DONNADELDESTINO
Già...perchè questo era il nick con la quale le si era presentata...una sera...la sua meravigliosa creatura...in una chat di giochi di carte, dove per alcuni il gioco pare sia solo un pretesto per poter fare altro.
Come gli era apparso sullo schermo quel nick aveva sorriso.
"Mamma mia che nick banale" -aveva pensato dimenticandosi che il suo, CAVALIERE-ERRANTE, era altrettanto patetico.
Iniziarono a chattare e ben presto si dovette ricredere.
La femme fatale era di animo nobile e generoso, dotata di profonda sensibilità e di squisito altruismo.
I suoi pensieri, le sue considerazioni erano simili e paralleli a quelli che leggeva.
E ben presto fu preso...furono presi direi...dal vortice della passione virtualcybernetica...
La follia amorosa cresceva in modo proporzionale alla durata delle loro chattate...sempre più fitte...sempre più lunghe...tanto da occupare, spesso e volentieri, tutto l'arco della notte.
La sua attività lavorativa ben presto ne risentì.
Si presentava al lavoro come uno zombie, con due samsonyte sotto gli occhi.
Sbadigliava in continuazione, al punto che qualche collega più vispo aveva iniziato ad intuire qualcosa ed in giro per i corridoi del Catasto erano iniziate a circolare le prime leggende sulle imprese notturne dell'irreprensibile geometra Fanelli\Mister Hyde. 
I primi pettegolezzi arrivarono ben presto alle orecchie del nostro Porfiriorubirosa, che se ne lamentò con la sua "beatrice", la quale, essendo sì una divina creatura, ma in quanto donna dotata di un sano spirito pratico, gli propose di incontrarsi dal vivo, dato che vivevano nella medesima città.
Accettò nascondendo malamente il proprio entusiasmo...
...e passarono la nottata ad immaginare il loro primo incontro...
quello che si sarebbero detti...
quello che avrebbero fatto...
come si sarebbero vestiti...
il fiore...
una rosa blu...
segno di riconoscimento, che il suo amato bene avrebbe portato con sé all'incontro col destino... 
E quel fatidico giorno era arrivato
"E' oggi -pensava il nostro geometra in ufficio, girandosi nervosamente i pollici mentre i faldoni di carta polverosa si ammucchiavano sulla sua scrivania-  E' oggi...non ci posso credere..."
Aveva deciso di prendersi una mezza giornata di permesso per prepararsi a dovere.
Con lo scrupolo che gli era proprio e familiare aveva programmato tutto da giorni...
salto dal barbiere...
estetista per una lampada abbronzante...
puntatina in profumeria per acquistare la sua english lavander...
docciona bollente con bagnoschiuma...al sassofrasso naturalmente...
i vestiti,stirati di fresco, li aveva già preparati sul letto...
messi in rigoroso ordine di indossatura...compresa la pancera del dottor Gibot di poveramamma che gli avrebbe donato un aspetto più slanciato e al contempo nascosto parte dell'ascite che da qualche anno lo affliggeva.
Imprecò, rientrando a casa, quando si accorse che il tappetino della porta era bagnato.
"Sarà stato sicuramente il volpino di quella stronza della vedova Minelli del 5 piano -pensò- Invece di prendere l'ascensore scende le scale a piedi apposta per far pisciare il suo cagnolino sul mio tappetino. Eh si...ma uno di questi giorni glielo prendo e glielo fiondo dalla tromba delle scale...e poi...se è vero come è vero che i cani rassomigliano ai padroni...perchè allora quella vecchiaccia ha un volpino e non un mastino napoletano...visto che somiglia ad un cetaceo?"
Ma scacciò subito questi brutti pensieri.
Oggi era IL GIORNO...e non avrebbe permesso a niente e a nessuno di rovinarglielo.
La vestizione fu lunga e laboriosa.
Perse mezz'ora nel tentativo di allacciarsi le stringhe delle duilio.
La pancera messa gli impediva movimenti sciolti, che peraltro non aveva mai avuto.
Altri 15 minuti per la scelta della cravatta.
Quella che aveva preparato sul letto la mattina gli era parsa all'improvviso troppo seriosa e ne scelse una frivola e colorata e finalmente si guardò allo specchio...
e quello che vide gli piacque...molto...
Si girò verso il comò dove aveva preparato la sera prima due scatoline...una di preservativi...e l'altra...di pasticchine blu...
Esitò...pensando alla convenienza di portarsele appresso...
"Non si sa mai..." si autoconvinse, facendole scivolare nella saccoccia del soprabito.
Ed uscì di casa.
Che magnifica giornata...si scoprì a pensare una volta fuori dal portone osservando il cielo celeste come un'acquamarina...mentre il sole d'autunno gli riscaldava il viso pseudoabbronzato...
Oggi è una giornata perfetta.
Ed entrò nella sua tipomillettrèmultijet che aveva parcheggiato di fronte a casa.
Un ultimo esame allo specchietto retrovisore...
si pettinò le sopracciglia...
fece un paio di smorfie per accertarsi di eventuali presenze indesiderate nella sua dentatura...
mise in moto...
e proprio in quel momento...
vide quello che non avrebbe mai voluto vedere...
Il portone di casa si aprì lentamente...
altrettanto lentamente ne uscì la sagoma tronfia ed ingombrante della vedova Minelli...
senza il suo volpino...
ma con una rosa blu in mano...

 

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