Vi è mai capitato di svegliarvi la mattina con un certo pensiero in testa che vi accompagna mentre bevete il caffè...fate colazione...
e che non vuole assolutamente abbandonarvi?
A me succede ed oggi è stata una di quelle mattine...
Come molte volte ho già raccontato, io ho vissuto a Taranto i primi 7 anni e mezzo della mia vita e poi ne sono andata via per sempre.
In quei pochi anni ho fatto in tempo ad avere due case: la prima quella della nonna paterna (bella, grande, spaziosa), la seconda un piccolissimo appartamento, che i miei genitori affittarono, poco distante.
Ebbene stamattina, come un'ossessione, volevo cercare di ricordare quanto tempo sono vissuta in quel piccolo appartamento di cui conservo un bellissimo ricordo.
Pochi mesi? No...no...qualcosa in più di certo...
Un anno? Uhm...può essere...
Babbo e Mamma non ci sono più per poter chiedere a loro...
Zia Anna? Non credo proprio che zia Anna possa ricordarselo...
Chi altri rimane?
Nessuno, Lodovisca, nessuno...ci sei solo tu...
E intanto la mattinata si snoda e poi come per miracolo...mentre sono sotto la doccia...ecco venirmi incontro...
 
La fascia azzurra
 
A Taranto ho fatto 3 anni di asilo dalle Suore dell'Immacolata Concezione, più la prima e la seconda elementare.
Stranamente sono più i ricordi legati all'asilo che non quelli dei primi anni di scuola.
Non è che siano tantissimi, però le suore me le ricordo bene, con il loro grande cappello rigido, così come ricordo il cortile/giardino dove giocavamo...e ricordo anche gli aerei che passavano e noi bambini tutti col naso all'insù a guardare.
Mangiavo all'asilo, anche se il pranzo lo portavo da casa in un cestino azzurro.
Dopo mangiato noi bambini DOVEVAMO fare per forza un riposino appoggiando la testa sul banco.
Al sabato c'era l'usanza che al bambino che era stato più buono durante la settimana veniva data in premio la FASCIA AZZURRA.
Io non l'avevo mai vinta, finchè un giorno...toccò anche a me...
Mi sta venendo la pelle d'oca al ricordo...
Questa bellissima fascia azzurra che spiccava sul grembiulino bianco...mamma mia come ero felice...
L'avevo tenuta addosso tutto il giorno e mi ero pavoneggiata per tutto l'asilo :-))))
Al momento di uscire, indossai il cappottino e fuori dall'aula, in fondo al corridoio, c'era babbo che mi aspettava, come ogni giorno.
Io gli corsi incontro tenendo il cappotto chiuso, finchè arrivata a metà corridoio, lo spalancai con tutte e due le mani per mostrargli la fascia.
Giunta davanti a lui, babbo mi sollevò per aria, mi fece volteggiare e poi mi baciò.
Non posso ricordare cosa mi disse...ma di certo devono essere state parole stupende...
In questo il mio babbo era un uomo unico, lo era con tutti...figuratevi con la sua piccolina...
Mamma, invece, era molto meno cerimoniosa. Certamente mi avrà lodato anche lei, ma il ricordo nitido che ho è un altro...
Siamo in camera da letto, nella piccola casa...
Su da brava adesso togliamola, se no si sporca. Ecco la metto qui nel primo cassetto del comò.
La sto vedendo mentre lo fa.
Lei sulla sinistra ed io sulla destra...il cassetto aperto...la fascia riposta per il lungo con la coccarda dalla parte di mamma...ed il cassetto che si chiude nascondendo alla vista quella mia prima conquista...
Ecco...è stata questa immagine che mi ha fatto ricordare che almeno due anni nella piccola casa li ho vissuti...
magari saranno stati anche di più...
ma di due ne sono sicurissima!!!
Come sono grata ai miei personalissimi giorni dell'arcobaleno, che mi permettono di rivivere emozioni che altrimenti sarebbero andate perse per sempre...

Leyla

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