Il mercatino di via Orefici
 

Nella primavera del '99 per motivi di lavoro mi recavo quasi ogni giorno in Banca, la cui sede è proprio sotto le due Torri. Sempre nello stesso periodo la filiale del nostro Ufficio Postale chiuse per restauro e la nostra posta fu dirottata nella sede principale a due passi dalla Banca.

Così ogni mattina mi facevo una bella passeggiata nel pieno centro di Bologna, andando sia in Banca che all'Ufficio Postale. Era il mese di maggio, l'aria era dolce ed invitava a camminare. Avrei potuto prendere l'autobus, ma preferivo farmela a piedi.

Avevo anche dei percorsi alternativi che sfruttavo... a volte attraversavo Piazza Maggiore, altre volte preferivo via Ugo Bassi e via Rizzoli... ed altre  ancora, al ritorno, allungando, passavo da via Altabella per sfociare in Via Indipendenza.

L'unico percorso obbligato era quello per andare in Posta.

Ma lo facevo così volentieri... era il mercatino di via Orefici, che oltre ad essere bello di suo... mi ricordava tanto la mia mamma.

Ogni venerdì mattina mamma veniva qui per comprare il pesce.

Ed io ogni giorno la "rivedevo"... e come in un pellegrinaggio mi fermavo a tutti i banchetti ai quali sapevo che si fermava anche lei.

Il dolore era ancora troppo grande... ma il passare per quelle viuzze lo leniva un po'...

 "Mamma che ne dici, ti sembra fresco quel pesce... sai che io non me ne intendo... e quei peperoni dici che sono cari?"

E lei mi "rispondeva"...

Come sentivo la sua presenza lì, non la sentivo neanche nell'appartamento che giaceva ancora invenduto due piani sotto dal mio...era diventato troppo freddo e silenzioso... lo avevo visto smembrarsi sotto i miei occhi... no no...quella non era più la casa dei miei genitori...

"Mamma...se compro le melanzane dici che mi riuscirà di fare la parmigiana? Guarda guarda... ci sono i fagioli freschi...potrei fare la pasta e fagioli come la fanno a Bologna... solo che non saprei da dove iniziare... dici che se telefono a zia Anna o a zia Maria loro me lo possono insegnare a farla come la facevi tu?"

Passare davanti alla macelleria dove lei faceva la spesa della carne rossa... a volte entravo solo per il  piacere di rivedere le stesse cose che lei aveva visto e mi costringevo a comprare qualcosa...

"Ciao Fabiano... oh... la figlia della signora Sarti... sua mamma sì che se ne intendeva di carne..." era il suo abituale saluto...

Anche questo leniva il mio dolore... sapere che a distanza di due anni e mezzo... gente semplice come Fabiano...ricordava ancora la mia mamma...

"Cosa vorresti dire Fabiano che io non me ne intendo???" Parole sante... chi aveva mai comprato della carne fino a pochi anni prima...

Poco più in là c'era la Baita... e la sua voce mi riecheggiava nelle orecchie... "certo che i formaggi freschi come alla Baita, a Bologna non li ha nessuno...guarda mamma che anche dove vado io sono freschissimi... no, alla Baita sono migliori..."

E così io entravo anche alla Baita... e tutto mi sembrava più bello e più buono... lo aveva detto la mia mamma...

In fondo alla via si intravedeva l'insegna di Eliseo... il bar pasticceria dove mamma faceva colazione con la sua amica... ed io entravo anche lì...

"Un cappuccino e un millefoglie"... la voce era la mia... l'ordinazione no...

Non amo molto i dolci... ma quella pasta era la sua preferita e a lei piaceva tanto... e con che gusto la mangiavo anche io... era un modo come un altro per sentirmela ancora vicino...

"Giocavo" al gioco delle illusioni... e come mi riusciva bene... la sua presenza diventava quasi "palpabile" e questo gioco innocente mi aiutava tanto... e così ogni giorno mi ritrovavo con tanta roba comprata che non sapevo quando avrei mangiato e con una colazione che mi piaceva poco... ma che beneficio ne traeva il mio povero cuore...

Lodovisca

Bologna, 30 aprile 2002

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