Una morte preannunciata


La data della nostra nascita la conosciamo tutti.
Fortunatamente quella della nostra morte non la sapremo mai.
Il momento in cui ognuno di noi partirà per luoghi più “incantevoli”… quella data la sapranno gli altri, ma noi no!!!
Sarebbe un dolore insopportabile conoscerla in anticipo, sia per gli altri che per noi stessi…
Ed ecco, allora, che il buon Dio ha predisposto le cose in modo tale che ciò non avvenga
Ma in questi giorni tutti noi stiamo assistendo ad una lenta agonia.
Facciamo finta di niente, ma ogni volta che ci pensiamo… che ci penso… un piccolo nodo di tristezza mi stringe il cuore.
Pare che questa morte, preannunciata con lungo anticipo, sia un bene, ma io non posso fare a meno di essere triste…
Sei con me da che sono nata.
E’ vero, sei cambiata anche tu, ma fondamentalmente sei rimasta sempre la stessa.
Sei cresciuta insieme a me.
Mi hai accompagnata sui banchi di scuola, mentre bimbetta imparavo a scrivere il tuo nome.
Eri con me, quando entravo dal lattaio sotto casa e chiedevo… 5 omini di liquirizia…
… E la domenica, quando babbo mi diceva… tieni… vai al cinema parrocchiale e prenditi anche la gazzosa e le “ciuinghe” (gomme americane)…
Non ti attribuivo molta importanza, ma ero felice di averti con me…
Allora indossavi un bell’abitino argentato e tintinnavi felice come per dirmi…ehii…sono qui… ricordati di me… usami pure, ma fallo con attenzione… ok???
Man mano che crescevo, sei diventata più generosa… Eri sempre con me, sia che volessi il Corrierino dei Piccoli (prima) o la Settimana Enigmistica (dopo…).
Poi sono venute le prime calze di naylon, lo smalto rosato per le unghie ed i 45 giri… e tu… sempre lì paziente, ad accontentare ogni mio desiderio…
Mi eri sempre vicina, con solerzia, con amore, ma anche molto parsimoniosa. Non volevi viziarmi e ci sei riuscita benissimo, perché ti concedevi a me a piccole dosi.
Ma gli anni passavano… ed io crescevo… e mi accorgevo che con gli anni aumentava anche il bisogno che io avevo di te.
Tintinnavi ancora argentina, ma a volte indossavi un vestito più “serioso”, come per ricordarmi… quando sono così, devi fare più attenzione…vedi come sono “silenziosa”?
Ed arrivò il giorno in cui anch’io potei dire… sei mia… tutta mia… non mi sei stata regalata… e ti guardai con più rispetto e capii quanti sacrifici bisogna fare nella vita per averti.
Le mie necessità nel frattempo cambiavano… ora non si trattava più di avere un giornalino o l’ultimo disco di Gianni Morandi.
C’era la casa, c’era il bambino, c’erano insomma tutte le mie necessità di donna…e tu sempre lì… sempre pronta… sempre a sorridermi nei tuoi vari vestitini colorati…
Poi sono arrivati gli anni dell’indifferenza… non è che non ti rispettassi… lo sai, vero… solo che mi eri totalmente indifferente.
Eri una cosa scontata, oramai acquisita, facevi parte del mio quotidiano e come tale non mi accorgevo più di te.
Cambiavi abito in continuazione, ma io restavo indifferente; hai ripreso a tintinnare, ma anche lì, non hai risvegliato nessun ricordo nella mia mente.
Ed invece oggi…eccomi qui… a pensare a te…
… Mamma mi dai 5 lire… cosa devi fare?… vorrei comprarmi gli omini di liquirizia…
… Babbo è domenica… ecco, tieni 25 lire per il cinema parrocchiale e per la gazzosa…
… Mi si sono smagliate le calze… stai più attenta… prendi 300 lire e valle a ricomprare…
… E’ uscito l’ultimo disco di Gianni Morandi… ma è diventato una tassa questo qui… va behh… tieni 700 lire…
… Mamma, babbo… ecco il mio primo stipendio… 75.000 lire… !!!
… Quanti milioni vogliono per quella casa… 10… ma che sono matti???
Quante cifre, quante lire a scandire la mia vita, quanti bei ricordi susciti oggi nella mia mente…
Ma i ricordi sono miei… nessuno me li potrà mai togliere… figuriamoci se ci potrà mai riuscire un qualsiasi Signor Euro…
Questo illustre sconosciuto che prenderà il tuo posto!!!
Ma chi è??? Che vuole??? Ma non vedi che nessuno ti ama???
Sei brutto, antipatico, non hai nessuna musicalità alle mie orecchie e soprattutto sei… maschio.
Vuoi mettere la gentilezza della mia lira, la sua leggiadria, la sua femminilità???
Cosa dici liretta… che sto esagerando… che lui non ne ha colpa?
Forse hai ragione, ma è così triste il distacco dalle cose che amiamo (e la vita ce ne impone tanti… tanti… ), che non vedo perché dobbiamo sopportare anche questo.
Lo so che sopravviverò, non preoccuparti, ma è così bello potermi sfogare un po’ con te.
E’ bello poterti salutare, quando sei ancora qui con me, e dirti tutte quelle cose che vorremmo dire anche agli altri, quando ci lasciano.
Ma con loro non è mai possibile, ci lasciano così… all’improvviso… ed anche quando sai che stanno per farlo…devi tacere lo stesso… perché devi fingere… non devi far capire… che tu sai.
Ciao dolce amica, ti ricorderò sempre, non come sei adesso, ma come eri da giovane.
Ho conservato di te una bella “fotografia”… è una foto che è costata parecchio, molto più di una recente, perché ha privato una bimbetta, per sua scelta, di una cosa che le piaceva tantissimo… un omino di liquirizia.

Lodovisca

Bologna, 28 ottobre 2001

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