FERRAGOSTO IN PENSIONE
E' subito amore

La trova molto romantica. La stanzetta che i proprietari hanno ricavato dal sottotetto dell’edificio gli sembra proprio carina e la solita giacca a righine bianche e azzurre, quella che gli aveva portato l’unico amico che era stato negli Stati Uniti, pare che sia diventata di gran moda. All’arrivo, la prima sera quando è sceso nella zona pranzo della “Pensione Mariuccia”, un signore toccandogli una manica gli ha detto “Bella! Vintage?”. Il ragionier Giustini, pur non capendo il significato di quella parola straniera, ha avvertito una certa ammirazione che gli ha fatto raddrizzare le spalle e mettere una mano in tasca a dimostrare disinvoltura.

“La pizza no”, pensa mentre una camerierina con il grembiulino colorato serve i commensali, “non vorrei sporcarmi”. Anche se sarebbe stato in grado di togliere l’eventuale macchia con i prodotti per lavare che si è portato da casa. Quella sera, scendendo i cinque scalini della pensioncina, tira fuori dal taschino interno una scatola di cerini. Non aveva mai fumato in vita sua, ma gode del rumorino prodotto dalla scatolina che lui agita leggermente. Quest’anno c’è meno gente. Sarà che anche gli altri sono costretti a ridurre il numero dei giorni di vacanza.

La sua destinazione, come sempre, è il molo, dove trova quella panchina proprio in fondo in fondo che sembra riconoscerlo. Con la mano accarezza lo schienale prima di sedersi. C’è la luna piena. “Chissà se la vedo dalla mia finestra?”. Cerca gli stessi pensieri dell’estate precedente, come un panorama. Vede il vestito di Fiamma sostenuto dal piccolo vento del paesino di montagna dove lei è usa andare. La vede mentre si sposta i capelli dal viso e gli occhi di un verde irreale gli provocano un piccolo sorriso. Gli piacerebbe disegnarla. Ci aveva provato una volta. Non ci era riuscito. Allora, cambiato foglio, aveva fatto una sola riga orrizzontale verde. L’aveva ripassata più volte con la matita. Aveva ritagliato il foglio proprio della misura della cornice in similargento comprata per quell’uso. Basta un niente, meno di niente, per ricordargli Fiamma che permane nei suoi pensieri come una dolce malattia cronica. Il mare parla poco quella sera. «Speriamo che domani ci siano un po’ di onde». Gli piacciono molto i cavalloni, come quando era piccolo. «Non è tardi, sto qui ancora un pochino. Devo finire il giro dei mei pensieri». Non gli hanno dato la chiave della pensioncina perché lo conoscono e sanno che il ragionier Giustini è l’unico cliente che rientra presto. Quando ancora stanno sbaraccando la sala da pranzo.

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