Sto leggendo "The Broker". Sono arrivata a metà libro, ma sento già il bisogno di parlarvene.
Se non amate John Grisham forse è meglio lasciar perdere.
Grisham è uno dei miei autori preferiti, anche se devo ammettere che ha un grossissimo difetto.
I suoi romanzi pullulano di centinaia di personaggi, tutti rigorosamente stranieri, che alla fine una poveretta, che sarei poi io, non ci capisce più nulla.
E una volta cita un certo personaggio col solo nome, una volta col diminutivo, un'altra volta col cognome, e in seguito col soprannome. Finchè si tratta di personaggi di rilievo...ok...ma siccome centinaia di persone non possono essere tutte di rilievo...ecco la confusione.
Poi...dico io...mi fai un nome a pag. 10, per poi ripropormelo a pag. 150...ma come vuoi che io mi possa ricordare chi cavolo sia costui??????
Va beh...pazienza...lui è fatto così...prendere o lasciare :-)))))
Allora perchè vi voglio parlare di questo Broker?
Il Broker è Joel Backman, avvocato statunitense, che, per motivi non importanti ai fini di quello che vi voglio dire, è costretto a cambiare identità, entrando così in uno di quei programmi di protezione tanto cari alla CIA (o all'FBI?).
E così dall'oggi al domani deve diventare Marco Lazzeri, italiano a tutti gli effetti, anche se vissuto per tanti anni in Canada.
E' inutile dire che il nostro protagonista non conosce una parola d'italiano.
Marco non deve imparare solo la lingua, ma anche il nostro modo di essere, la nostra filosofia di vita.
E' bello, attraverso gli occhi di Marco (leggasi Grisham), vedere come siamo noi Italiani.
Ne usciamo bene, molto bene direi.
La mia personale ciliegina sulla torta di questo romanzo è che la città prescelta da Grisham è Bologna.
E così, mentre leggo le avventure di Marco, mi ritrovo a passeggiare sotto i portici di via Rizzoli e via Indipendenza, entro nei vari bar da lui frequentati e so esattamente cosa Marco sta "vedendo".
Ieri, dopo essere "salita" sulle Due Torri ed aver "fatto" una lunghissima passeggiata fino su a San Luca, goduto del bellissimo panorama, sono "stata" a cena con lui in un ristorante di via Goito che ben conosco,
Ho "gustato" sia l'antipasto di funghi crudi che gli squisiti tortellini...eh eh eh
Mi sto divertendo moltissimo.
Finalmente un romanzo dove non devo immaginare i luoghi descritti...non che la fantasia mi manchi, sia ben chiaro...ma è tutta un'altra cosa :-)))
E i nomi???
Vuoi mettere la differenza tra il ricordarsi chi sono Francesca, Ermanno o Luigi se confrontati con Kim Bolling, Cruitz, Stennet, Akdrich Ames???
Mi è piaciuto vedere con gli occhi della fantasia John Grisham soggiornare a Bologna (chissà di quale albergo è stato ospite), girovagare tra le sue viuzze per sbucare all'improvviso in grandi arterie, ammirare i suoi innumerevoli portici e mi sono chiesta come mai la sua scelta sia caduta proprio sulla città che mi ospita.
E così sono andata a curiosare alla fine del libro dove in genere ci sono i ringraziamenti ed ecco cosa ho trovato
 
 
Grazie John
per me è stato proprio un bel regalo
Leyla
 
 
 
 

Ho appena letto questa notizia sul Resto del Carlino
quando mi è arrivata una mail pubblicitaria che mi avvisava di questa chicca.
Peccato che la prossima settimana non sarò a Bologna
(vado a trovare mia cugina Mary)
se no sarei andata volentieri a conoscere il mio autore preferito.
Ho letto tutti i libri di John Grisham.
L'ultimo in ordine di tempo è
"La convocazione"
che però non mi è piaciuto come gli altri.
Avevo appena finito di leggere
"Angeli e Demoni"
(troppo bello)
e così questa "Convocazione" mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca.
Non so se la colpa sia di Grisham (meno efficace del solito)
o di Dan Brown (che mi ha letteralmente rapita, ancora di più che col "Codice da Vinci").
Ai posteri l'ardua sentenza

:-)))))))
Leyla

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