Anche tu sei una vittima del vivere stupido. Tutta la creazione terrestre è della mente, e la mente è malata. Trova il vuoto, trova il vuoto, divorzia da te stesso. Immagina, crea, dormi il giorno, stai sveglio la notte. In una lettera di James Dean, poco prima che morisse allametà degli anni cinquanta trovo la profezia dei nostri anni, il condensato della gioventù bruciata che continua a bruciare anche se il fuoco è spento e non ha tizzoni da ardere. Il nichilismo pratico, la perdita della realtà e del mondo, la ricerca e il terrore del vuoto, l'egocentrismo che cerca salvezza negando l'io, i deliri creativi dell'immaginazione, l'inversione del giorno e della notte.
C'è già tutto di questa generazione wireless. È una lettera sorprendente che ha reso noto in Italia Stewart Stern, sceneggiatore di Gioventù bruciata e amico personale di James Dean, che domani presenta al festival film di Roma Hollywood bruciata. In quella lettera trovi un Dean che cita spesso in latino, si lamenta che «non ci sono opportunità di grandezza in questo mondo », cita il sic transit gloria mundi tornato di recente in auge, dice di non nutrire «nessun odium theologicum», allude a stati metafisici e «sfumature leggermente spirituali ».
Quel film, con i tre protagonisti morti tutti precocemente nel giro di poco tempo, non fu solo il manifesto di una generazione di «ribelli senza causa », ma di una condizione ancora vigente nel nostro tempo. Ci furono poi altre gioventù bruciate e brucianti. L'ultima, più meschina, è finita con l'estintore in mano.
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