Un Paese col vomito.
Non riesco a trovare definizione più veritiera
per riassumere il senso dell'Italia presente.
Un continuo andar contro,
sputare veleno, accanirsi e poi ballare sull'orlo dell'abisso.
Non è un ritratto politico, limitato al bipolarismo feroce, ma umano.
Un paese cattivo, a tratti violento, acido e avvelenato, che non
crede a nulla se non alla necessità di massacrare quel che ritiene essere
d'ostacolo alla sua vita felice.
Solo per dirvi a Roma, c'è da avere
paura: tre assassini atroci quanto insensati in un solo giorno, retate
di ricchi disonesti, più guerre minori di rione, di condominio, in famiglia.
C'è una ferocia diffusa, la bava alla bocca.
Alternata ai deliri
festosi: come i carri dell'europride, festa del pacchiano e dell'eccesso,
fra travestiti, trans e gay. Mezzo carnevale di Rio, mezzi baccanali della
romanità decadente, più tanto odio verso la Chiesa.
Bis
festoso e variopinto per i referendum.
Feste & Vomito.
Poi il calcio scommesse, e il fiume di viziose porcherie che attraversa
il paese.
E i blog, dove il Vomito è la sintesi di tutti gli odi e le
frustrazioni accumulati nella suburra del web.
Un insulto continuo, senza conoscere,
senza capacità di criticare e distinguere.
Ho smesso di leggerli
perché a frequentare le bestie rischi di imbestiarti.
Arrivo in un paese vicino Napoli, per parlare di unità d'Italia e attraversando
il corso, mi dicono: vede, da questa parte del marciapiede è Nola, dall'altra
parte è Cimitile.
Due comuni in uno stesso viale. Perché non
si uniscono? Si tratta solo di attraversare le strisce pedonali.
No, «abbiamo
storie e identità diverse».
E vogliamo parlare di unità d'Italia
contro la secessione?
Disunità, degrado, vomito. L'Italia cattiva.
Sì, riformate
il fisco ma non ci vuole anche altro, per frenare il vomito? Chi lo salva un
paese così?
O aspettiamo che i barbari, a milioni, vengano a sommergere
questa civiltà morta, questo paese spento, festoso e depresso, che confonde
il vomito col cibo, la realtà e la finzione, la libertà e
il degrado?
Lasciamo che ci invadano gli affamati, con la loro disperata
vitalità?
Noi siamo festosamente putrefatti.
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