Una teoria sulla nostra provenienza extraterrestre (Post 8)

ell'ampia e complessa fenomenologia UFO sono presenti alcuni elementi culturali che conferiscono a questi eventi delle tonalità e valenze religiose. Un capitolo particolarmente interessante, all'interno del rapporto religione-UFO, consiste proprio nell'annuncio del ritorno e stanziamento degli extraterrestri sul nostro pianeta, fatto che comporterebbe in sé tutte le problematiche legate all'acculturazione e il colonialismo. Le discipline antropologiche hanno da sempre messo in risalto la necessità dell'uomo di avere dei punti di riferimento al di fuori della sua realtà, in modo tale da guardare il mondo e l'universo come una struttura che lo ponga in perfetta armonia tra se e la divinità. Tale atteggiamento millenarista è presente in molte religioni e nella dottrina giudaico cristiana si caratterizza nel genere apocalittico, ossia nella consapevolezza del credente che un giorno il dio tornerà tra gli uomini per ristabilire un equilibrio morale e spirituale, ponendo finalmente una netta divisione tra il bene e il male. A tale contesto si ricollegano i moderni culti ufologici: l'attesa del dio alieno che ripristinerà l'antico equilibrio. Sulla base delle tradizioni più diffuse e seguendo l'itinerario escatologico dell'attesa degli extraterrestri, si scorgono le tracce di una cultura apocalittica, destinata a connotare con prerogative mitico-divine gli esseri provenienti da altri mondi. A tale contesto si ricollega il fenomeno del “contattismo”, ovvero quelle storie di “contatti”, nella maggior parte solo psichici ma a volte anche fisici, tra un'entità extraterrestre con connotati angelici e un contattato o medium umano prescelto dall'extraterrestre-angelo per far giungere i suoi messaggi all'umanità. Tra i primi casi ricordiamo quelli della medium svizzera Elise Muller, all'inizio del secolo, che raccontò le sue esperienze nel libro Dalle Indie al pianeta Marte. Ma si inizia a parlare di contattismo ufologico vero e proprio, in seguito al caso di George Adamski, che descrisse in tre libri i suoi incontri (il primo dei quali avvenuto nel 1952) con esseri dall'aspetto angelico provenienti, a suo dire da Marte, Venere e Saturno. Secondo Adamski, “i fratelli dello spazio” avevano il compito di salvare l'umanità minacciata dagli innumerevoli esperimenti atomici i cui effetti avevano ripercussioni anche nello spazio. Il loro aspetto fisico era gradevole: di alta statura, con lineamenti armoniosi ed un'espressione costantemente serena ed amichevole. Indossavano delle tute aderenti che emanavano una leggera luminescenza e pur essendo in grado di comunicare telepaticamente parlavano correttamente l'inglese e anche altre lingue. Adamski, inoltre, avrebbe ricevuto insegnamenti filosofici così alti dai “maestri cosmici” che gli permisero di conoscere verità imperscrutabili, che lo fecero progredire sia dal punto di vista umano che esoterico. I valori insegnatigli dagli extraterrestri si incentravano essenzialmente sul pacifismo e la fratellanza. Ma gli furono anticipate anche alcune scoperte scientifiche, come la descrizione dei fenomeni spaziali, tra cui quello delle “lucciole” (osservate una prima volta da Yuri Gagarin nel 1961) e l'affermazione dell'esistenza di fasce di radiazioni presenti al di sopra dell'equatore (a 3.000 e a 22.000 Km di quota) che solo nel 1958 sarebbero state scoperte. Adamski, però, diffuse anche innumerevoli inesattezze scientifiche che contribuirono non poco a screditare, non solo il contattismo, ma anche la più seria ricerca ufologica, che comunque, in larga parte, a sempre preso le distanze da Adamski e dai suoi emuli. Infatti, dopo Adamski, altri personaggi assursero agli onori della cronaca raccontando le loro esperienze di contatto: Daniel Fry, Orfeo Angelucci, Truman Bethurum, Howard Menger e altri ancora fecero proseliti un po' ovunque. I racconti erano molto simili tra loro, ma ciò che cominciò a cambiare era il luogo di provenienza degli alieni. Inizialmente provenienti dai pianeti solari (Venere e Marte i più gettonati), ma, mano a mano che le sonde terrestri negavano la possibilità di vita Ipotesi Metafisica Nell'ampia e complessa fenomenologia UFO sono presenti alcuni elementi culturali che conferiscono a questi eventi delle tonalità e valenze religiose. Un capitolo particolarmente interessante, all'interno del rapporto religione-UFO, consiste proprio nell'annuncio del ritorno e stanziamento degli extraterrestri sul nostro pianeta, fatto che comporterebbe in sé tutte le problematiche legate all'acculturazione e il colonialismo. Le discipline antropologiche hanno da sempre messo in risalto la necessità dell'uomo di avere dei punti di riferimento al di fuori della sua realtà, in modo tale da guardare il mondo e l'universo come una struttura che lo ponga in perfetta armonia tra se e la divinità. Tale atteggiamento millenarista è presente in molte religioni e nella dottrina giudaico cristiana si caratterizza nel genere apocalittico, ossia nella consapevolezza del credente che un giorno il dio tornerà tra gli uomini per ristabilire un equilibrio morale e spirituale, ponendo finalmente una netta divisione tra il bene e il male. A tale contesto si ricollegano i moderni culti ufologici: l'attesa del dio alieno che ripristinerà l'antico equilibrio. Sulla base delle tradizioni più diffuse e seguendo l'itinerario escatologico dell'attesa degli extraterrestri, si scorgono le tracce di una cultura apocalittica, destinata a connotare con prerogative mitico-divine gli esseri provenienti da altri mondi. A tale contesto si ricollega il fenomeno del “contattismo”, ovvero quelle storie di “contatti”, nella maggior parte solo psichici ma a volte anche fisici, tra un'entità extraterrestre con connotati angelici e un contattato o medium umano prescelto dall'extraterrestre-angelo per far giungere i suoi messaggi all'umanità. Tra i primi casi ricordiamo quelli della medium svizzera Elise Muller, all'inizio del secolo, che raccontò le sue esperienze nel libro Dalle Indie al pianeta Marte. Ma si inizia a parlare di contattismo ufologico vero e proprio, in seguito al caso di George Adamski, che descrisse in tre libri i suoi incontri (il primo dei quali avvenuto nel 1952) con esseri dall'aspetto angelico provenienti, a suo dire da Marte, Venere e Saturno. Secondo Adamski, “i fratelli dello spazio” avevano il compito di salvare l'umanità minacciata dagli innumerevoli esperimenti atomici i cui effetti avevano ripercussioni anche nello spazio. Il loro aspetto fisico era gradevole: di alta statura, con lineamenti armoniosi ed un'espressione costantemente serena ed amichevole. Indossavano delle tute aderenti che emanavano una leggera luminescenza e pur essendo in grado di comunicare telepaticamente parlavano correttamente l'inglese e anche altre lingue. Adamski, inoltre, avrebbe ricevuto insegnamenti filosofici così alti dai “maestri cosmici” che gli permisero di conoscere verità imperscrutabili, che lo fecero progredire sia dal punto di vista umano che esoterico. I valori insegnatigli dagli extraterrestri si incentravano essenzialmente sul pacifismo e la fratellanza. Ma gli furono anticipate anche alcune scoperte scientifiche, come la descrizione dei fenomeni spaziali, tra cui quello delle “lucciole” (osservate una prima volta da Yuri Gagarin nel 1961) e l'affermazione dell'esistenza di fasce di radiazioni presenti al di sopra dell'equatore (a 3.000 e a 22.000 Km di quota) che solo nel 1958 sarebbero state scoperte. Adamski, però, diffuse anche innumerevoli inesattezze scientifiche che contribuirono non poco a screditare, non solo il contattismo, ma anche la più seria ricerca ufologica, che comunque, in larga parte, a sempre preso le distanze da Adamski e dai suoi emuli. Infatti, dopo Adamski, altri personaggi assursero agli onori della cronaca raccontando le loro esperienze di contatto: Daniel Fry, Orfeo Angelucci, Truman Bethurum, Howard Menger e altri ancora fecero proseliti un po' ovunque. I racconti erano molto simili tra loro, ma ciò che cominciò a cambiare era il luogo di provenienza degli alieni. Inizialmente provenienti dai pianeti solari (Venere e Marte i più gettonati), ma, mano a mano che le sonde terrestri negavano la possibilità di vita su tali pianeti, il luogo di partenza degli extraterrestri divenne extrasolare. Cambiò anche la forma di contatto, sempre meno fisica e sempre più telepatica. Alcuni sedicenti contattati spagnoli, riferirono, negli anni '60 di dialogare per telefono con un gruppo di abitanti del pianeta Ummo. Negli anni 70, emergeva un'altra figura di contattista, lo svizzero Billy Meier, autore di migliaia di foto nitide e di centinaia di video di oggetti volanti non identificati che hanno diviso i ricercatori. Meier ha sempre sostenuto di essere in contatto con i Pleiadiani, personaggi dalle tipiche fattezze nordiche[i]. Altri personaggi furono Sixto Paz Welles, organizzatore della cosiddetta "Missione Rama"; in Italia Germana Grosso, in contatto con gli abitanti di Giove; Eugenio Siragusa, fondatore del Centro Studi Fratellanza Cosmica. Si ha quindi, soprattutto dagli anni settanta, la nascita di veri e propri culti e sette religiose: gli extraterrestri sono presentati come angeli messaggeri di pace e amore, o come fondatori della razza umana. Tutto ciò non ha fatto altro che aumentare i distacco tra i ricercatori scientifici e i contattati, portando alcuni di questi ultimi al centro di accese polemiche, in particolare il “Movimento Raeliano”, fondato in Francia dall'ex giornalista sportivo Claude Vorilhon, ribattezzato “Rael” dagli Elohim, gli extraterrestri creatori della razza umana con cui egli sarebbe in contatto. Il movimento raeliano è solo uno dei più noti culti contattistici di tipo materialista e ateo: i suoi sostenitori affermano l'esistenza degli Elohim, gli scienziati extraterrestri che hanno creato l'uomo mediante manipolazione genetica. Nei confronti di questi culti hanno manifestato la loro ostilità molti teologi cattolici, in particolare Jean-Bruno Renaud, autore di un libro inchiesta contro le sette ufologiche. Non mancano li casi di fanatismo sfociati in tragedia come il suicidio di massa della setta "Il Tempio del Sole" i cui membri, convinti della vicina fine del mondo si tolsero la vita, ma il caso più clamoroso e recente è quello della setta “Heaven's Gate”, i cui membri hanno compiuto un suicidio di massa per raggiungere gli occupanti di un UFO, presente nella scia della cometa Hale-Bopp, che li avrebbe portati in un mondo migliore. In linea con le prerogative della New Age, i membri della setta, nell'attesa di passare nel nuovo mondo, vivevano ossessionati dall'igiene, dall'inquinamento e dalla società del consumo, protesi com'erano dalla ricerca di un'armonia cosmica. A parte queste degenerazioni è particolarmente interessante tenere conto delle analogie tra gli eventi UFO e alcuni fenomeni paranormali, come ad esempio le apparizioni mariane. Ma, in particolare, ciò che ha interessato molti ricercatori sono anche alcuni messaggi rivelati dalla Vergine ai veggenti, che riguardano proprio aspetti della fenomenologia UFO. Lo scopo principale degli ufologi in questo campo, insieme a quello di altri ricercatori di altre discipline, è essenzialmente quello di verificare se alla base delle apparizioni mistiche non vi siano delle cause diverse dalla manifestazione soprannaturale. Un caso molto interessante è quello delle apparizioni di Bayside, sobborgo di New York. Dal 1970 al 1995 (anno della sua morte), una donna di nome Veronika Leuken avrebbe avuto delle apparizioni mariane; tra l'altro la veggente sarebbe stata illuminata sui misteri della creazione: l'uomo è solo, in un Universo popolato da angeli e diavoli e gli UFO sono in realtà strumenti demoniaci che, pertanto, non devono essere presi in considerazione. Tutto ciò si trova in perfetta armonia con quanto dichiarato nel 1952 dal vescovo di New York sulla rivista religiosa Jesus: angeli e demoni popolano l'Universo infinito come unici compagni dell'uomo, perché così è scritto nel Vecchio Testamento. Tuttavia, nella religione cattolica, non tutti sono d'accordo con tale teoria, nello stesso anno il teologo Francis Connel scrisse un articolo apparso su La Croix il 12 agosto, nel quale affermava che “l'ipotesi avanzata da alcuni scienziati che i pretesi dischi volanti siano vascelli aerei venuti da un altro pianeta, solleva una difficile questione teologica… Né la Rivelazione, la Bibbia e la Tradizione (l'insegnamento dei Padri), né le solenni definizioni dei Papi escludono la possibilità di una vita simile alla nostra su di un altro pianeta.” La questione era già stata discussa molto prima, da Padre Secchi, della Compagnia di Gesù, celebre astronomo, e da Padre Monsabré, predicatore domenicano di gran fama. Ambedue ammettevano la possibilità dell'esistenza di creature ragionevoli su di un altro pianeta. Padre George Van Noort, professore dell'Università olandese nel suo trattato Dieu Créateur tocco questa questione: “non c'è niente di contrario alla fede, ad ammettere che esistano altre creature ragionevoli su altri corpi celesti”. Secondo Connel “i teologi non possono assegnare un limite all'Onnipotenza di Dio. Tuttavia, se esistono altri mondi popolati da esseri intelligenti, questi potrebbero non necessariamente essere soggetti al medesimo dono della Grazia, come quello di cui beneficiano i discendenti di Adamo ed Eva. Può darsi che questi esseri non siano colpiti dal peccato originale avvenuto per colpa di Adamo ed Eva. Di conseguenza non hanno bisogno della Redenzione portata dal figli di Dio alla nostra natura, con la morte sulla croce”. Conel intravede quattro possibilità: “1) È possibile che questi esseri ipotetici abbiano ricevuto da Dio, come i nostri primi genitori, un destino soprannaturale e nel medesimo tempo dei doni preternaturali. È possibile che, come i nostri primi genitori, questi esseri abbiano peccato ed abbiano perduto questi doni. (I doni soprannaturali perduti da Adamo ed Eva comprendono: l'immortalità del corpo, il controllo perfetto della loro volontà su tutte le reazioni dei sensi, e un'intelligenza altamente illuminata).Supponendo che questi esseri abbiano peccato è possibile che Dio abbia esteso fino a loro la soddisfazione dei meriti di Cristo e l'abbia fatta loro conoscere per mezzo di una Rivelazione. Ma può anche darsi che Dio abbia provveduto altrimenti alla Redenzione di questi esseri. Pertanto, in conformità del principio posto da San Tommaso, è possibile che la seconda persona della Trinità abbia assunto la natura di un essere ragionevole vivente in un altro mondo, come ha fatto per la natura umana sulla Terra. Ed è possibile che una delle altre due Persone divine sia stata “incarnata” su di un altro pianeta. 2) Si può considerare un'altra ipotesi: Dio potrebbe aver creato questi esseri in uno stato di natura pura, senza alcun dono soprannaturale, ma, tuttavia eterno. In altri termini avrebbero potuto essere destinati, dopo la morte, ad una felicità puramente naturale per tutta l'eternità, senza la possibilità di contemplare Dio faccia a faccia. La loro condizione potrebbe essere raffrontata a quella dei bambini morti quaggiù senza battesimo. 3) Una terza possibilità è che questi esseri extraterrestri abbiano ricevuto i doni soprannaturali e prenaturali di Adamo ed Eva e non li abbiano perduti con il peccato. In una simile ipotesi questi esseri vivrebbero nelle condizioni del 'paradiso senza felicità al quale fa allusione la Genesi, che parla di Adamo ed Eva prima del peccato. In questo caso essi potrebbero esser molto superiori a noi, sia intellettualmente che fisicamente. Non è irragionevole supporre un'altra ipotesi: che, grazie ai loro doni soprannaturali e alla loro intelligenza superiore, abbiano potuto acquisire la padronanza dei viaggi interplanetari. Una volta concesso che esista un tale mondo d'intelligenze illuminate, con la volontà pienamente sottomessa a Dio, è ugualmente ragionevole supporre che questi esseri non potrebbero in nessun modo intraprendere una guerra contro gli uomini sulla Terra, o nuocerci in qualche altro modo. D'altra parte non sarebbe possibile pensare che tali creature superiori potessero avere conflitti fra loro e avessero inventato armi per uccidersi. Se questi esseri dotati di ragione dovessero possedere, secondo l'ipotesi presente, l'immortalità del corpo di cui Adamo ed Eva hanno goduto per qualche tempo, sarebbe evidentemente una follia da parte dei nostri piloti di apparecchi a reazione o di razzi tentare di ucciderli. Sarebbero allora praticamente invulnerabili. 4) Un'altra ipotesi consisterebbe nel considerali come esseri ragionevoli che, un po' come gli angeli caduti, avrebbero peccato contro Dio e non avrebbero mai ottenuto la concessione di essere reintegrati nella grazia di Dio. Questa ipotesi ci darebbe un mondo di cattivi geni. Gli abitanti dell'astro potrebbero allora essere dotati di intelligenza superiore, ma di volontà pervertita. Questi esseri non potrebbero portare al nostro genere umano nessuna specie di beneficio.” Pertanto, come è evidente, i messaggi dell'entità che si è manifestata a Bayside non sembrano in linea con l'orientamento odierno della Chiesa, anche tenuto conto di altre rivelazioni su altri argomenti che hanno portato alla ferma condanna delle autorità ecclesiastiche alla comunità sviluppatasi attorno alla Leuken. Renè Laurentin, massimo esperto di apparizioni mariane, ha definito espressamente i fenomeni di Bayside come “sinceri”, il che vuole dire che la Leuken vede e sente realmente “qualcosa”. Ci si può chiedere, quindi, chi effettivamente sia l'entità che si manifesta alla Leuken, forse Satana? Un essere extraterrestre? O forse più banalmente siamo di fronte ad un fenomeno di suggestione? Ma a parte questo caso, non bisogna dimenticare le somiglianze “tecniche” e le analogie tra le apparizioni mariane e gli avvistamenti UFO: gli strani oggetti luminosi apparsi (e fotografati) a 100.000 persone durante un'apparizione mariana a Zeitun nel 1968, il “disco spaccato” filmato a Crosia (Calabria) nel 1987 preannunciato come “segno” ai due veggenti adolescenti Vincenzo e Maria dalla Madonna, estremamente simile a quelli filmati nell'ondata belga due anni dopo. Secondo alcuni ricercatori anche il miracolo del sole di Fatima presenta delle analogie con avvistamenti UFO. Pertanto l'ipotesi Metafisica, in ufologia, presuppone un concetto che oggi la Teologia cattolica d'avanguardia non esclude a priori: il fatto che gli UFO siano manifestazioni divine, o comunque collegabili all'azione di intelligenze angeliche o demoniache. Negli anni Sessanta, inizialmente sotto lo pseudonimo di Paul Thomas, il francese Paul Misraki presentò in un testo di grande interesse, Les Extraterrestres, l'ipotesi secondo cui l'intera Rivelazione Giudaico-Cristiana fosse frutto dell'interazione continuata di entità superiori (angeliche) extraterrestri con l'umanità, nell'intento di elevarla spiritualmente verso il monoteismo e i valori del bene. La “protezione” angelica si sarebbe manifestata anche nelle altre religioni come nell'Islamismo e nel Mormorismo. Secondo il ricercatore svizzero Erich Von Daniken, gli dei dell'antichità sarebbero stati astronauti divinizzati dai nostri antenati, concetto condiviso anche da altri, come Raymond Drake. Prendendo spunto da tali concetti e presentandoli come verità rivelate, le varie sette ufologiche ripropongono l'equazione angeli = extraterrestri. Un'ipotesi suggestiva ma che certamente non può essere sviluppata da soggetti caratterizzati da atteggiamenti esaltati come molti degli odierni contattisti. Parzialmente legata all'ipotesi-metafisica è l'interessante rapporto antropologico che si pone tra il terrestre e l'essere esogeno, secondo il professor John H. Ball, scienziato dell'Università di Harvard l'uomo potrebbe essere un animale creato e ammaestrato dagli extraterrestri, pertanto come egli sostiene “gli alieni potrebbero esistere ma noi non saremmo in grado di renderci conto della loro presenza. È quel che avviene sulla Terra, dove la nostra civiltà tecnologica controlla tutto l'ambiente del pianeta dall'elefante al virus. Ma la nostra società non esercita direttamente il suo potere ovunque. Capita a volte, che essa delimiti alcune zone della Terra, e ne faccia delle riserve naturali o degli zoo.” Pertanto secondo Ball, se nella società animale la vita si svolge come se l'uomo e la sua civiltà tecnologica superiore non esistesse e, forse possibile che anch'essa non sia in grado di rendersi conto dell'esistenza di una civiltà superiore. Quindi, anche noi potremmo essere parte di una “riserva naturale” o di uno zoo gestito da esseri più evoluti. Secondo una teoria più tranquillizzante dell'antropologo americano Roger W. Prescott, l'uomo, visitato sin dalla preistoria da civiltà provenienti dal cosmo, sarebbe stato “addomesticato” dagli extraterrestri sin dall'inizio ma nel momento in cui egli ha cominciato a manifestare comportamenti contrari all'etica dei suoi padrini (guerre e schiavitù) essi lo hanno abbandonato a se continuandone a controllarne, seppur indirettamente, lo sviluppo della sua società.





L'ENIGMA DEI PLEIADIANI
di Jim DilettosoAlla fine degli anni Settanta lo svizzero Eduard Billy Meier fornì
le prove dei suoi incontri con umani provenienti da una lontana
costellazione. A tutt'oggi il caso è aperto.
La prima volta che ne sentii parlare era il 1977, avevo 28 anni. Il colonnello Wendelle Stevens (USAF, in pensione) e Jim Lorenzen, fondatore e direttore dell'APRO (Aerial Phenomena Research Organization), vennero a trovarmi per discutere dell'analisi da effettuare su alcune foto di UFO fatte da uno svizzero di nome Eduard "Billy" Meier. In passato avevo lavorato come artista e produttore musicale, e a quel tempo organizzavo tour per Alice Cooper e altri grandi del Rock. Ero aggiornato sulle ultime novità nel campo dell'analisi digitale, audio e video, sapevo quindi come approcciare il progetto. Quelle di Meier furono le prime foto di UFO che avessi mai visto e mi impressionarono molto. Ancora oggi rimangono per me tra le più sconvolgenti immagini di UFO che conosca. Ero del parere che tutta la storia di Billy Meier fosse di enorme importanza, andava analizzata con la massima attenzione e diligenza. Non solo: una donna, proveniente dalla costellazione delle Pleiadi, aveva posato per lui, con la sua astronave, per farsi riprendere. Se solo lo avessimo rivelato, il mondo sarebbe diventato un posto totalmente diverso, ma sono stato un ingenuo. Billy Meier vive in Svizzera, un paese bellissimo, democratico e politicamente neutrale, ricco di vallate e campagne, uno scenario perfetto per le oltre 500 foto scattate da Meier e per un appuntamento con un'avvenente figura femminile dello spazio, la cui "fuoriserie" poteva viaggiare alla velocità della luce. Di più: la ragazza aveva dato un passaggio a Meier in uno dei quattro tipi di astronavi pleiadiane, viaggiando attraverso il tempo e raccogliendo campioni dei loro metalli.
In America le cose andavano un po' diversamente. Il tentativo di trovare attrezzature ed esperti di elaborazione di immagini, che fossero d'aiuto nell'esaminare foto di UFO si rivelò piuttosto frustrante. Nel 1978 i computer erano workstations e calcolatori. Lo stato dell'arte era rappresentato da elaboratori di immagini dotate di 64K di Ram e un disco fisso da 5 MB, il tutto al costo di 100.000 dollari. Il prezzo di uno scanner da tavolo partiva da 50.000 dollari e la cosa peggiore era che la maggior parte delle attrezzature si trovava in laboratori di proprietà del governo statunitense e agenzie della Difesa, o da loro controllati. Con Wendelle Stevens ci rivolgemmo a diversi centri di ricerca della NASA e delle migliori compagnie americane, tra le quali IBM e Northrop, e organizzazioni quali la U.S. geological Survey e la Marina Americana. Era come "Missione impossibile". Penetrare nei laboratori Sandia e della Jet Propulsion voleva dire disporre di credenziali speciali e a volte anche dell'inganno per convincere qualcuno ad assisterci. Per alcuni dei tecnici il caso era un falso, ma i risultati di laboratorio dicevano il contrario.
Nonostante questo perseverammo e alla fine trovammo molti professionisti che, in segreto, testarono quelle foto di UFO. Punto critico, la segretezza. Questi laboratori di norma non erano autorizzati a seguire progetti personali come l'analisi di foto di UFO, quindi, quando successivamente altri ricercatori indagarono sul caso, conducendo ricerche sui luoghi in cui eravamo stati, avrebbero negato, come d'accordo, di essere stati coinvolti in qualsiasi modo nell'analisi delle foto di UFO di Billy Meier. Sebbene nemmeno un laboratorio riuscisse a stabilire che le foto erano false, gruppi ufologici quali l'APRO e il MUFON le bollarono come tali, e il campione del discredito divenne Kal Korff. Volevo capire come mai quelli che ritenevano false le foto di Meier ci mettessero tanta passione. Scoprimmo, da parte dei debunkers, menzogne e imbrogli che continuano ancora oggi e, come in tutti i casi più importanti, l'opera di discredito di quanti erano stati coinvolti nel caso fu condotta accuratamente: colpirono Meier e la sua famiglia, ed anche il sottoscritto. Non c'erano prove del falso, ma devo ammettere che la vicenda suonava un po' sospetta. I contatti avvenivano mediante deboli segnali che Meier riceveva telepaticamente. Nonostante la sua menomazione (aveva perso un braccio in un incidente automobilistico, in Turchia nel 1963, N.d.R.) Meier inforcava il suo motorino e si recava nel bosco per incontrare Semjase, una saggia pleiadiana di 400 anni. Le Pleiadi formano la costellazione delle "Sette Sorelle" venerata dai Greci, Maometto, gli antichi egiziani (il cui tempio di Hator è orientato verso la costellazione) e i giapponesi (che la chiamano Subaru). Tradizioni della tribù africana dei Dogon, dei Lakota Sioux e degli Ojibwa, raccontano di antichi contatti con la gente delle Pleiadi. Ma non un semplice contadino svizzero.Billy Meier affermò di avere avuto almeno 100 incontri faccia a faccia con
Semjase. Nel tempo, questi contatti sarebbero proseguiti. Cominciai ad analizzare campioni di metallo e acquistai un computer grafico per le immagini. Si vociferava di un libro e di un documentario. Ma dovevo districarmi tra le indagini ufologiche e le promozioni dei tour musicali. Dovevamo scegliere dove effettuare i test, ad esempio la struttura dei laboratori JPL della NASA. Avrei fatto le ricerche, ottenuto qualche nome, chiamato Wendelle Stevens e ne avremmo discusso nel nostro codice. Dal cancello di entrata in poi incontrammo pochi ostacoli: le nostre credenziali ci consentirono di entrare ovunque. Ci si incontrava sempre con un nostro "collegamento" al bar o al centro ricreativo del personale (ERC). Fra un hot dog e una bistecca, mostravamo le foto ai nostri contatti, poi giungevamo in prossimità di una stanza simile al centro di controllo del NORAD, dove era disponibile il massimo della tecnologia a noi utile. Seduti ad un tavolo in una struttura di sicurezza del Deep Space Network, con esperti in analisi di immagini si discuteva di materiale
fotografico sugli UFO. Tutto sembrava comunque troppo facile. Avendo
libero accesso ad apparecchiature costosissime e con l'aiuto delle migliori menti del programma spaziale, pensavamo che ne saremmo usciti con qualcosa di buono. Tuttavia, con il passare del tempo, iniziai a sospettare che qualcuno fosse a conoscenza di ogni nostra mossa e stesse favorendoci ad hoc, aprendo solo alcune porte. I risultati delle analisi erano sempre "positivi", non mostravano prove che si trattasse di un falso. Ma la situazione andava complicandosi: i tecnici si mostravano impressionati dalla qualità delle foto, ma volevano discutere delle altre prove, dei campioni di metallo, delle tracce di atterraggio e, cosa più importante, dei veri e propri contatti. Ci sembrava di fornire dei briefings a livelli altissimi. E nessuno poteva parlarne, o filmare alcunché.
Al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena mi venne un'idea: di lì a poco la navicella spaziale Voyager avrebbe intrapreso il suo viaggio verso Giove. Stavamo lavorando al tour mondiale del leggendario gruppo dei Moody Blues e la proposta fu quella di intitolare sia il tour sia il nuovo album "Voyager", usare video e foto della missione spaziale forniti dal JPL per il tour. Alla NASA ne furono entusiasti, e anche i componenti della band. Allo stesso tempo, Junichi (Jim) Yaoi della Nippon TV ci assunse per acquisire immagini dal JPL e inviarle in Giappone. Le videocamere erano la chiave! Ma c'era una seconda buona ragione per tenere i contatti con il JPL: accedere a tutti i laboratori con una videocamera, grazie al nostro
passi per la stampa, ottenemmo dalla NASA una suite del centro media
e relazioni pubbliche Von Karman. I giornalisti del National Geographic e Ted Koppel (famoso anchorman della ABC, N.d.R.) dovevano passare per la nostra suite per raggiungere le loro scrivanie. In sostanza, girammo tutto il possibile. Ma non potevamo ancora parlare delle nostre esperienze. Quando Steven e Welch (Tom, uno dei ricercatori inzialmente coinvolti nelle indagini con i coniugi Elders, N.d.R.) si presentarono con una scatola contenente campioni di roccia le cose presero un'altra piega. Prima cosa da fare: un inventario. In un hangar dell'aeroporto Scottsdale, in Arizona, sistemammo su un telo nero grande quanto un campo di basket tutti i campioni di roccia. L'elenco dei potenziali scienziati che avrebbero condotto i test era altrettanto vasta. Alla fine, la nostra scelta cadde su Marcel Vogel della IBM. Non solo Vogel aveva sviluppato i fosfori televisivi a colori e le emulsioni magnetiche per i floppy disk, ma aveva lavorato a ricerche paranormali con l'astronauta Edgar Mitchell e il suo istituto di Scienze Noetiche. Era l'uomo giusto: di mentalità aperta, credibile e, soprattutto disponeva di un laboratorio incredibilmente avanzato, con le ultime novità nei microscopi a scansione elettronica. Sulle prime Vogel si mostrò scettico, ma lo convinsi a dare almeno un'occhiata a quanto avevamo scoperto. Più di quanto mi aspettassi, ne fu meravigliato. Nella stessa sostanza risultavano presenti tutti gli elementi atomici da 1 a 59; materiali organici erano fusi a freddo e miniaturizzati. Vogel non riusciva a capire come fosse possibile.Sebbene avesse acconsentito a mantenere l'assoluta segretezza, appurammo che aveva condiviso le scoperte con il ricercatore aerospaziale NASA-Ames Richard Haines e con il dottor James Hurtak. La prova più importante del caso Meier erano i campioni di metallo - per un totale di una trentina di libbre di materiali - ma ben presto alcuni dei campioni iniziarono a sparire. Come per le immagini, non potevamo parlare del fatto che eravamo in possesso di prove decisive. Di come fossero composte le macchine volanti che viaggiavano nel tempo e nello spazio. Che svolta per i fisici e per l'intera comunità aerospaziale. Non solo avevamo davanti la struttura atomica di quelle macchine, Billy Meier era in grado di spiegare come erano composti i materiali e come le astronavi fossero in grado di volare. Sfortunatamente quando le prime informazioni iniziarono a circolare, l'intero caso venne trattato come un imbroglio. E nessuno gli diede peso. Cercammo di aumentare la sicurezza. A Lee Elders e Tom Welch fu imposto di mantenere intatte le prove e tenere buoni i ricercatori. Io dovevo occuparmi dell'inoltro dei materiali ai laboratori di nostra scelta, da cui ottenere dei "debriefings" (rapporti informativi). Si andò formando un "collegio invisibile"; gli scienziati ai quali avevamo mostrato le prove erano ansiosi di saperne di più. Intanto, le organizzazioni ufologiche si dichiaravano convinte che fosse tutto una truffa. Così, per ragioni di sicurezza, a prescindere dal parere dei debunkers, a loro non sarebbe stata fornita alcuna formazione.
Erano fatti troppo importanti per dei dilettanti. Verrà tutto rivelato, si disse, in un libro. Questo aveva senso: il controllo operativo sarebbe stato assicurato diffondendo le informazioni tramite un libro. "UFO Contact from the Pleiades" di Lee Elders fu pubblicato nel 1979. Si scatenò l'inferno. Tutti, da Shirley Maclaine ad Alain Klein (socio dei Beatles nella ABKCO) lo volevano sulle scene. Pleiadi stava per diventare una parola abituale. Tenemmo dei meeting agli Universal Studios: c'erano libri e cassette sulle Pleiadi dappertutto. Barbara Marchiniak avrebbe canalizzato i messaggi dei pleiadiani. E il MUFON era su tutte le furie, perché non lo avevamo coinvolto in nulla.
L'obiettivo delle analisi, purtroppo, si era perso nella confusione generale. Lo scopo era avere le prove per "provare l'esistenza" degli extraterrestri? Pensavo che lo scopo fosse corroborare con prove la validità del caso per poter studiare i contatti faccia a faccia. Non era più importante conoscere quello che i Pleiadiani avevano da dire? Da dove venivano? Cosa pensavano? Cosa dicevano?
Semjase aveva incontrato Billy Meier più di 135 volte. Aveva portato con sé altri ET: Ptah, Asket e Quetzel. Avevano tutti sembianze umane. Visitavano la Terra da molto tempo. Diedero a Meier sconvolgenti informazioni su diversi argomenti, dalla scienza alla filosofia. Si mostravano preoccupati per noi umani, i fratelli minori. Stavamo, e lo facciamo ancora, distruggendo noi stessi e il nostro pianeta. Proliferano le armi nucleari, le carestie, le malattie e religioni prive di senso, non contribuiscono ad elevare spiritualmente i loro fedeli... queste erano le chiavi dei loro messaggi. A me i messaggi suonano veritieri. Qualcosa, dalle parole di una donna che viene dallo spazio, ci viene in aiuto. Si avverte che quelle parole sono rivolte a ciascuno di noi affinché si faccia qualcosa riguardo la condizione umana. Più forti saranno gli attacchi dei debunkers più rilevanti diventeranno i messaggi dei Pleiadiani. Bene, su questo caso sono stati pubblicati dei libri, ne è stato fatto un documentario; i Pleiadiani sono arrivati nel nostro mondo.  Chi è Jim Dilettoso:
Ingegnere ed analista di computer grafica, già collaboratore dei laboratori JPL NASA per la realizzazione dei simulatori grafici di volo per il Voyager team, attualmente presidente della Village Labs di Phoenix, Arizona, specializzata in "image rendering" e software informatico high tech.
COSA SAPPIAMO DEGLI UOMINI DELLE PLEIADI
Le Pleiadi sono un ammasso stellare composto da sei o sette pianeti. Fanno parte della costellazione del Toro e la loro distanza è di circa 500 anni luce. Il caso più sensazionale della comparsa della costellazione delle Pleiadi è accaduto a John Spencer, trafficante di armi, nel monastero di Tuerin, in Mongolia, nel 1920, quando era ospite dei monaci tibetani. Un mattino, mentre si aggirava nei giardini, vide una scala di pietra che portava verso una caverna, ostruita da una specie di porta. Vi entrò e si trovò in una specie di sala ottagonale, e su una parete vi erano raffigurate le costellazioni del Toro. Su un'altra parete vide le costellazioni delle Pleiadi. In questo antro, illuminate da una luce verde fosforescente, scorse una fila di bare, in cui giacevano tre cadaveri. Uno era di un monaco buddista, l'altro di una donna, il terzo era un essere che indossava una tuta d'argento, un casco, e al posto degli occhi due grandi fanali che sprigionavano una luce abbagliante. Il mattino dopo, un monaco lo accompagnò in una sala identica a quella vista il giorno prima: vi erano 15 piccole bare e in una l'essere con la tuta d'argento. Alle domande di Spencer, il monaco rispose: "Quest'essere era un grande maestro venuto dalle stelle". Le uniche spiegazioni logiche dell'episodio si rifanno alle ipotesi più tipiche dell'archeologia spaziale: visitatori stellari discesi sulla Terra in tempi antichi. A quanto sembra i Pleiadiani avrebbero un aspetto umano, alti, biondi o bruni, e molto simile a noi terrestri. I Pleiadiani sembrano essere gli alieni maggiormente percepiti telepaticamente dai channelers, da cui riceverebbero numerosi messaggi di stampo apocalittico/spirituale. Secondo alcuni contattisti, i Pleiadiani sarebbero riconducibili agli angeli dell'Antico Testamento, e farebbero parte di una confederazione galattica di civiltà ultra evolute, il cui principale esponente sarebbe Ashtar Sheran. I loro principali nemici sarebbero umanoidi con la pelle olivastra e gli occhi a mandorla conosciuti
familiarmente con il nome di "uomini in nero", oltre ai rettiliani (o homo-saurus). Principale esponente del contattismo con i Pleiadiani è Billy Meier, che in tre volumi ("Anni luce" 1987, "Contatti dalle Pleiadi" 1990, "Messaggio dalle Pleiadi") ha raccontato le sue esperienze. Secondo alcuni contattisti, i Pleiadiani gestirebbero sulla Luna circa 340 basi dislocate nel sottosuolo, vere e proprie città sotterranee. Assieme ad altri alieni gestirebbero inoltre basi su Marte, Ganimede, e sulla stessa Terra allo scopo di controllare l'operato dei terrestri. Comunque il mistero dei Pleiadiani - che secondo alcuni studiosi avrebbero basi anche nei poli e per questo vengono detti anche "Polariani" - resta ancora oggi irrisolto e avvolto nel più fitto mistero.


(Gabriele Zaffiri)

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